15/11/08

Servizio Civile - Petizione on line

Al Presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano

Al Presidente del Consiglio
Silvio Berlusconi

Al Sottosegretario Delegato
Carlo Amedeo Giovanardi

Con il taglio drastico del 42% delle risorse economiche a disposizione per il servizio civile nazionale, si passa dai 299 milioni stanziati per il 2008 dal precedente esecutivo ai 171 previsti nella finanziaria per il 2009, il peggiore della storia recente del servizio civile nazionale. Cifre che mettono addirittura a rischio la possibilità per i giovani italiani di partecipare nel 2009 a questa importante opportunità.Già quest’anno il servizio civile ha avuto una battuta d’arresto rispetto al 2007 scendendo da 50.000 a 32.000 volontari. A nulla sono valsi gli appelli che ormai da anni gli Enti continuano a lanciare sulla necessità di stanziamenti pubblici complessivi di almeno 400 milioni l’anno per avere un sistema di servizio civile nazionale che ne faccia un‘ opportunità per i giovani, invece che un privilegio, oltre che una risorsa per le comunità locali.Tutte le ricerche effettuate in questi anni hanno dimostrato la positiva efficacia nei risultati educativi, sociali e economici. Ogni euro di denaro pubblico investito ci sono ritorni per 2 euro.
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Ci sono molti aspetti del servizio civile nazionale che vanno riformati, e da tempo il Terzo Settore ha avanzato proposte a riguardo, ma l’abbattimento delle risorse è un errore che ha come unico effetto l’aggravamento dei nodi esistenti e non la loro risoluzione.Siamo favorevoli ad aprire un tavolo per la revisione delle regole, ma siamo contrari a che questo significhi ripensare il sistema in funzione di risorse così limitate, sancendo l’idea di un servizio civile di nicchia e sul piano culturale sminuendone alcune finalità e la sua storia (l’educazione dei giovani, la difesa della Patria e il legame con la nonviolenza). Criteri questi in antitesi con un servizio civile popolare e di reale impatto educativo e culturale sulla società civile. Per questo chiediamo che siano introdotti emendamenti alla legge finanziaria dando al Servizio Civile Nazionale nel 2009 le stesse risorse del 2008 e che siano superati gli impieghi inutili di risorse statali oggi esistenti (INPS e IRAP).Per questo chiediamo che entro il mese di Gennaio 2009 siano definiti, con un percorso di piena consultazione dei giovani e degli enti, i contenuti della riforma legislativa per avere dal 2010 un nuovo quadro di certezze.

DIAZ: UNA SENTENZA VERGOGNOSA. GIUSTIZIA NON E' FATTA!

Dichiarazione di Paolo Beni, presidente nazionale Arci, Walter Massa, presidente Arci Liguria e Gabriele Taddeo, presidente Arci GenovaVergogna! Un grido partito dal cuore che ha coinvolto pubblico, vittime, molti giornalisti e avvocati. Un grido al quale ci associamo, avendo ancora nelle orecchie le grida disperate degli inermi manifestanti massacrati nel sonno in quella terribile notte.Ci sono vicende giudiziarie al termine delle quali non si può dire "giustizia è fatta" e il processo ai responsabili del massacro alla Diaz - o meglio a quelli che è stato possibile identificare e processare - è sicuramente una di queste.Dalla sentenza odierna era però lecito attendersi un po' di giustizia e dignità da parte dei magistrati in risposta all'arroganza dei legali del ministero e degli imputati.Questo non è accaduto, con grave preoccupazione per chi da sempre si batte per la difesa della legalità vera, e non di quella a senso unico. Condanne severissime per i 25 manifestanti ritenuti colpevoli di reati contro le cose, ripescando per l'occasione un reato da tempo di guerra.A fronte di questo, nessun processo per l'assassinio di Carlo Giuliani. Assoluzioni incredibili e pene tutte ampiamente prescritte per reati minori ai torturatori di Bolzaneto. E ieri sera, infine, la vergogna dello stato maggiore delle forze dell'ordine assolto in blocco per il massacro della Diaz. Se sono colpevoli i capi ed i sottocapi del 7° reparto mobile, se le molotov sono state portate dentro alla Diaz dalla polizia, possibile sia stata una iniziativa decisa solo da loro?Possibile che nessuno si sia accorto di nulla? Possibile che alcune mele marce l'abbiano fatta in barba a tutti i più importanti poliziotti d'Italia lì riuniti?Fatti di questo genere calpestano lo stato di diritti, distruggono la credibilità delle istituzioni, spalancano la porta ad uno stato di polizia che ci riporterebbe a un periodo della nostra storia che dovrebbe essere sepolto per sempre. Continueremo a batterci per i diritti e la democrazia, perché finalmente siano fatte verità e giustizia su Genova.Roma, 14 novembre 2008

13/11/08

L’Arci parteciperà alla manifestazione nazionale di Roma contro la legge 133. Per un sapere libero e critico

Dichiarazione di Paolo Beni, presidente nazionale ArciLe "aperture" del governo sono state considerate del tutto insufficienti, visto che vengono sostanzialmente confermati l'impianto della legge 133 e del decreto Brunetta, i tagli, l'apertura ai privati attraverso le fondazioni.Le scelte del governo finirebbero per assestare il colpo di grazia al ruolo dell'università e della ricerca pubblica nel nostro paese. Il turnover selvaggio dei docenti (una assunzione ogni cinque pensionamenti) lascerebbe gli atenei senza il numero di insegnanti necessari alla didattica e priverebbe la nuova generazione di ricercatori di uno sbocco professionale.Con un taglio al Fondo di finanziamento di quasi un miliardo e mezzo di euro dal 2009 al 2013, le università si troverebbero nell'impossibilità di operare, se non aprendo le porte alla fondazioni private, con conseguenze facilmente immaginabili sulla qualità, obiettività e serietà della ricerca, oltre che sulla accessibilità per gli studenti meno abbienti. Rappresenterebbe la definitiva abdicazione dello Stato al suo dovere, previsto dalla Costituzione, di garantire a tutti l'opportunità di formarsi intellettualmente. Il mondo dell'associazionismo ha deciso di non restare fermo di fronte allo scempio di diritti fondamentali per la costruzione della cittadinanza come quelli all'educazione, alla istruzione, alla formazione permanente.Per questo ha promosso l' appello "Per una scuola capace di futuro", in cui propone tra l'altro di organizzare un Forum nazionale per la scuola, dove coinvolgere i tanti soggetti che credono nel ruolo fondamentale dell'istruzione pubblica e vogliono mettere in comune riflessioni e proposte per una sua riqualificazione.L'Arci ha deciso di stare al fianco del grande movimento di protesta che si è diffuso in tutta Italia, e il 14 novembre sarà in piazza per ribadire che vogliamo vivere in un paese colto e moderno, in cui l'istruzione venga considerata un bene pubblico da tutelare per il futuro di tutti noi.