27/12/08

DERIVA DEMOCRATICA, E LA SINISTRA?

A colpi di decreti il governo populista di Berlusconi sta minando le libertà degli italiani frutto di anni di lotte e di conquiste civili.
La crisi economica imperversa, migliaia di posti di lavoro sono a rischio, la perdita del potere di acquisto di salari e stipendi rende tutti più poveri, trovare un lavoro oggi è un terno a lotto, a meno che non si hanno amici nella casta, molte piccole imprese sono sull’ orlo del fallimento, la produzione industriale è in forte calo ecc. ecc.
Sarebbe una situazione “ottimale” per qualsiasi partito all’ opposizione, la crisi economica ha permesso ad un “nero” di arrivare alla Casa Bianca.
Invece in Italia, Berlusconi accresce il proprio consenso, il P.D. lacerato dai dissapori interni e dai tentennamenti sul fare o non fare opposizione, se stare o non stare con Di Pietro, se aprire alla sinistra radicale ( che brutto questo termine mi ricorda Capezzone, diciamo sinistra e basta) se affrontare la questione morale o se aspettare che il Presidente del Consiglio metta il bavaglio ai giudici.
Dicevamo un momento propizio per mettere il governo di fronte alle proprie responsabilità, per gridare il disagio popolare e le misure scarne per far fronte alla crisi mondiale.
Ci attendevamo richieste come sussidi per i disoccupati nuovi e vecchi, aumenti delle detrazioni sul lavoro dipendente e pensioni, liberalizzazioni delle libere professioni, raccolta di firme per indire un referendum contro il decreto Gelmini (nonostante i passi indietro dell’ ultim’ora), prestiti alle piccole imprese e anche alle famiglie per fronteggiare la crisi ecc. ecc.
Niente di tutto questo.
Pochi giorni fa si è votato per eleggere il presidente della regione Abruzzo, una sonora sconfitta per la sinistra, la gente ha preferito non votare o premiare l’ Italia dei Valori di Di Pietro, questo significherà qualcosa.
La sinistra alternativa scomparsa dal parlamento nell’ ultima tornata elettorale, non si è ancora ripresa,divisioni e dissapori non gli permettono di ripartire. Sarebbe ora di un ricambio generazionale della classe dirigente di Rifondazione e Comunisti italiani? La sconfitta elettorale non è bastata a far capire che bisogna ritornare tra la gente e che non è ora di dispute e di ulteriori divisioni?
Intanto passano norme incivili al limite della Costituzionalità. La gente non si indigna più, troppo preoccupata ad arrivare a fine mese, delusa dalle promesse non mantenute della sinistra, bombardata dalle televisioni del premier e dai ritornelli della lunga schiera di scudieri che non pensano, che non hanno mai pensato con la propria testa, ubbidienti e servizievoli al padrone, senza di lui non sarebbero niente-
La vergogna ha raggiunto l’ apice con la “card” ai pensionati , mai nell’ Italia del dopoguerra si era raggiunto un livello così basso, 40 euro al mese da spendere per i beni di prima necessità in alcuni supermercati , come la tessera del ventennio fascista, la tessera della povertà a gente che ha lavorato una vita, ha ricostruito l’ Italia, ha fatto studiare i figli e che si è pagata i contributi per la pensione. Nessuno si è indignato più di tanto tra la classe dirigente della sinistra, vergogna!
Non mi sembra il momento delle convergenze o del dialogo come dicono un giorno sì e un giorno no nel P.D. ma quello di far fronte comune per difendere la Costituzione, i diritti, il lavoro e lo stato sociale.
Silvio.cardone@libero.it

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